Questo studio ha dimostrato che, in media, il benessere di questi veterinari è leggermente inferiore a quello della popolazione generale, sebbene i veterinari più anziani (≥ 55 anni) godano di livelli di benessere più elevati rispetto alle loro controparti non veterinarie. Un’alta percentuale (88%) di intervistati con gravi disagi psicologici ha dichiarato di aver sperimentato il burnout. Sebbene questi dati siano importanti per comprendere la salute mentale e il benessere dei veterinari, rimangono ancora degli interrogativi sui fattori alla base del burnout e della soddisfazione lavorativa, compreso il potenziale impatto del metodo di retribuzione del lavoro (cioè basato sulla produzione, sullo stipendio o su una combinazione dei due) sulla soddisfazione lavorativa. I 4 obiettivi principali di questo nuovo studio – il Merck Animal Health Veterinarian Wellbeing Study II – erano monitorare il benessere e la salute mentale dei veterinari statunitensi, confrontare i risultati principali con quelli dei medici e degli adulti occupati nella popolazione generale degli Stati Uniti, ove opportuno, esaminare in modo più approfondito diverse questioni relative alla salute e al benessere e valutare potenziali tecniche per migliorare la salute e il benessere mentale. Per saperne di più, leggi QUI.
Sintesi dello Studio sul Benessere dei Veterinari II di Merck Animal Health
Nel primo studio di ampio respiro sulla salute mentale e il benessere nella professione veterinaria, il Merck Animal Health Veterinary Wellbeing Study, condotto nel 2017, ha rivelato che la prevalenza di un grave disagio psicologico tra i veterinari statunitensi che lavorano è coerente con la prevalenza nella popolazione generale statunitense di adulti occupati. Successivamente è stato intrapreso un nuovo studio non solo per confrontare la salute mentale e il benessere dei veterinari statunitensi con i risultati precedenti, ma anche per esaminare più da vicino diversi aspetti correlati, tra cui il burnout, il disturbo da uso di sostanze, l'ideazione e i tentativi di suicidio, la soddisfazione lavorativa e il cyberbullismo.